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Lifestyle

Meta presenta Orion, i primi occhiali olografici con interfaccia neurale

La casa Meta è pronta a presentare l’ultima novità tech: gli occhiali olografici per una realtà sovrapposta a quella artificiale.

Da tempo si parla degli occhiali olografici, una realtà ancora nuova e in continua evoluzione. E di questo concetto di tecnologia, Meta, ne vuole far parte in tutto e per tutto, non solo come concorrente passivo, bensì protagonista.

Meta presenta i primi occhiali che sovrappongono realtà e tecnologia – industrieitaliane.it

Da qui la presentazione degli Orion, i primi occhiali olografici in realtà aumentata al mondo, indipendenti da smartphone o qualsivoglia apparecchio elettronico, comandabili anche solo con la forza del pensiero. Fantascienza? Per Meta questo è il concetto di nuova realtà, già citata qualche anno faper la prima volta da Zuckerberg. L’obiettivo sembra essere sempre lo stesso: raggiungere la completezza del metaverso in tempi brevi.

Come vuole precisare il Corriere della Sera, il progetto Orion bolliva in pentola già da diverso tempo. Tali voci hanno visto conferma negli scorsi giorni, con la presentazione per la prima volta al grande pubblico. Durante il Meta Connect 2024, l’evento annuale nella sua undicesima edizione, gli occhiali marchiati Ray Ban sono stati tirati fuori da un cofanetto, come fossero gioielli preziosi e, in effetti, di questo si tratta.

Tutto su Orion, i primi occhiali olografici di Meta

Le premesse sono buone: gli occhiali olografici Meta Orion segnano un avanzamento significativo nel campo della realtà aumentata, pronti a combinare mondo fisico e digitale in un’esperienza unica. Perché si rivelano così speciali? Semplice: questi dispositivi permettono di visualizzare ologrammi proiettati direttamente sulle lenti, sovrapponendosi alla realtà circostante senza la necessità di schermi o dispositivi aggiuntivi.

Tutto su Orion, gli occhiali con realtà sovrapposta – industrieitaliane.it

In poche parole, è possibile vedere elementi oleografici sovrapposti con lo spazio che ci circonda, dalla semplice lista degli ingredienti a vere e proprie persone. La tecnologia utilizzata, per giunta, è di alto livello. I proiettori micro LED, integrati nella montatura, proiettano immagini su lenti in SiC (carburo di silicio), un materiale scelto per la sua leggerezza, robustezza e capacità di ottimizzare la qualità visiva.

Anche il controllo degli occhiali è altrettanto interessante: tramite un braccialetto che interpreta segnali neurali associati ai movimenti delle mani, è possibile gestire funzioni e applicazioni senza interazione fisica diretta, ma anche attraverso comandi vocali e il tracking delle mani.

A frenare l’entusiasmo è il fatto che, nonostante queste innovazioni, gli Orion non sono ancora destinati al grande pubblico, a causa dell’elevato costo di produzione. Il prezzo attuale per singola unità si aggira intorno ai 10.000 dollari, una cifra legata alla complessità della fabbricazione delle lenti e dei proiettori. Solo 1.000 unità sono state prodotte attualmente; utilizzate principalmente come strumenti di sviluppo per test interni.

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Le principali difficoltà risiedono nella supply chain, poiché la produzione delle lenti in SiC è complessa e costosa, con una bassa resa produttiva. Sebbene il peso degli occhiali sia relativamente contenuto (98 g), rimane ancora elevato rispetto a occhiali tradizionali, rendendo necessario un ulteriore perfezionamento.

Tuttavia, Meta continua a investire nel progetto. Mark Zuckerberg ha annunciato che l’obiettivo è rendere gli occhiali più leggeri, luminosi e meno costosi nel minor tempo possibile. Si prevede che i futuri modelli abbiano un campo visivo ridotto ma con una risoluzione migliorata. Insomma, tutto molto bello, ma per poter congiungere vita reale con tecnologia, la strada sembra essere ancora lontana, sebbene non troppo.

Daniela Guglielmi

Potrei dire di essermela cercata, ma la verità è che la scrittura ha trovato me. Classe '94, scrittrice per caso e oggi redattrice a tempo pieno. La mia avventura con la scrittura è iniziata per gioco, quando qualche anno fa ho mollato tutto per ritrovare me stessa. Da allora collaboro con diverse riviste e blog, trasformando un semplice passatempo in una carriera a tempo pieno. Non amo la superficialità: mi nutro di approfondimenti e cerco sempre di andare oltre l'apparenza delle cose.

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