Cosa prevedono le norme in materia di successione quando vengono a crearsi delle condizioni particolari come quelle che possono accadere in fatto di eredità.
La successione dello Stato in caso di eredità vacante avviene quando non ci sono eredi legittimi o testamentari disponibili a rivendicare un patrimonio ereditario. E questa cosa consente così allo Stato stesso di subentrare in qualità di erede.
Tale soluzione si configura come un rimedio estremo, volto a garantire che i beni non rimangano privi di un titolare. Lo scopo di ciò è anche evitare situazioni di abbandono patrimoniale che potrebbero compromettere la loro circolazione. Il legislatore ha previsto la devoluzione delle eredità vacanti allo Stato per motivi di ordine giuridico e sociale.
Tra le motivazioni principali, come detto, vi è la necessità di evitare che i beni ereditari possano rimanere senza custodia e gestione, il che porterebbe a una situazione di stallo patrimoniale. E la legge favorisce la successione tra parenti fino al sesto grado, con l’intento di prevenire arricchimenti ingiustificati a favore di estranei alla famiglia del defunto. Questo principio mira a tutelare il patrimonio familiare ed a garantire che i beni vengano trasmessi a chi ha realmente un legame con il de cuius.
Quando l’eredità diventa giacente?
Perché la successione vacante possa avere luogo, è necessario che si verifichino due condizioni fondamentali. La cittadinanza italiana del defunto e l’accertata assenza di successibili. Questi requisiti sono cruciali per garantire che la procedura di devoluzione sia legittima e conforme alle normative vigenti.
Dal punto di vista giuridico, lo Stato è un erede a titolo universale. Questo significa che subentra in tutte le posizioni giuridiche del defunto, senza limitarsi a singoli beni. A differenza delle successioni ordinarie, l’acquisto dell’eredità da parte dello Stato avviene automaticamente, senza necessità di accettazione formale.
Poi lo Stato non è tenuto a effettuare un inventario dei beni, né può rinunciare all’eredità. Questo aspetto semplifica notevolmente il processo, poiché lo Stato non risponde dei debiti oltre il valore dei beni ereditati. Per quanto riguarda il pagamento dei debiti ereditari, si applica la procedura di liquidazione prevista dal Codice Civile, che regola le dinamiche relative alla gestione dei debiti in caso di successione.
È bene non confondere l’eredità vacante con l’eredità giacente, poiché si tratta di due situazioni giuridiche distinte. Mentre l’eredità vacante implica l’assenza totale di successibili, l’eredità giacente si verifica quando ci sono soggetti aventi diritto all’eredità del caro estinto che non hanno ancora accettato. In questa fase, i chiamati devono decidere se accettare o rinunciare all’eredità. La giacenza rappresenta quindi un periodo temporaneo durante il quale i potenziali eredi possono esercitare il loro diritto di scelta.
Nel caso in cui uno o più chiamati decidano di accettare l’eredità entro i termini legali, l’eredità finisce a loro. Ma se non vi è accettazione e non c’è la nomina di un curatore apposito, l’eredità passa allo Stato, diventando vacante. Si è reso necessario istituire una serie di norme in proposito, per regolamentare il tutto ed evitare zone grigie. Esattamente come capitato in altri ambiti controversi, come ad esempio quello della economia sommersa. La quale costa molti soldi allo Stato.